14 – GIRO DELL’ISOLA PALMARIA IN SENSO ANTI-ORARIO PASSANDO DAL POZZALE
Il giro dell’isola Palmaria è sicuramente uno dei sentieri più battuti qui in zona. Non di estrema difficoltà è battuto da persone di tutte le età.

A me è capitato di farlo diverse volte.. Fino a qualche anno fa inauguravo la stagione della Palmaria ad inizio Maggio quando veniva organizzato il Mangia e Scioppa (un percorso enogastronomico tra i sentieri dell’isola) per poi ripercorrerlo almeno un’altro paio di volte durante la stagione.
Quest’anno contrariamente agli anni passati, solo in occasione del 2 Giugno sono riuscita a raggiungere l’isola.
A far data dal giorno 29 Maggio fino al 2 Giugno è stato riattivato il collegamento per l’Isola Palmaria con i traghetti sia da La Spezia che da Portovenere.
In questo momento causa Covid -19 credo che il servizio da La Spezia sia nuovamente sospeso a partire dal 3 Giugno, mentre credo che prosegua il servizio da Portovenere (con una corsa ogni ora per i giorni feriali e ogni mezz’ora nei giorni festivi).
Il punto di ritrovo è stato in Passeggiata Morin alle 11:40 e ci siamo così suddivisi i compiti un gruppo ha fatto la coda per i biglietti e un gruppo si è diretto verso il Chiosco delle Palme per fare scorta di acqua e viveri.
Alle 12:00 in punto il traghetto è salpato e per la prima volta non è stato l’Albatros ad accompagnarci in Palmaria. Questo mi ha resa un pochino triste.. ma poco importava perché da li a poco sarei stata sull’Isola del mio cuore.
Avevo proprio bisogno di respirare aria di Palmaria, rivedere i luoghi della mia infanzia e controllare che tutto fosse rimasto come l’anno precedente.

Contrariamente a tutte le altre volte, giunti in Palmaria precisamente in Località Terrizzo, abbiamo deciso di effettuare il giro dell’isola in senso anti orario; così da lasciarsi subito alle spalle i tratti più duri con le gambe ancora fresche.
Abbiamo optato per il percorso più panoramico che percorre tutto il perimetro dell’isola. E’ il percorso più lungo, ma è quello che sicuramente regala scorci più belli.
Superato il piccolo stabilimento balneare, che un anno fa di questo periodo, apriva i suoi cancelli alla stagione balneare, raggiungiamo ben presto Carlo Alberto.

La vista su Portovenere è davvero impagabile, probabilmente sarei potuta rimanere qui per tutto il resto della giornata a scattare foto da ogni singola angolazione.

Come vi ho precedentemente anticipato abbiamo affrontato subito la parte più dura dell’escursione caratterizzata da corde che vi aiuteranno nella salita o nella discesa, a seconda di dove avrete scelto di iniziare il percorso.

A differenza di quanto ricordassi i tratti in salita sono almeno cinque, di cui due attrezzati di corde, al termine dei quali arriviamo alla vetta, nel punto più alto dell’isola.
Questa parte potrebbe risultare abbastanza impegnativa per i meno allenati, ma ve ne accorgerete solo con l’acido lattico del giorno dopo.
Il tempo di percorrenza dal punto di partenza in Località Terrizzo alla vetta è di circa 45/50 minuti.
Oltre ai segnavia bianchi e rossi sono presenti numerosi cartelli segnaletici che aiutano ad orientarci.



E’ qui, che decidiamo di fare di fare un più-stop di un quarto d’ora per bere rifoccilarci prima di ripartire.


Seguiamo poi le indicazioni per il Pozzale. La fatica sarà ampiamente ripagata dai bellissimi scorci.
Qui inizia un pianoro roccioso completamente al sole che segue i tralicci della linea elettrica.

Qui il paesaggio abbandona ben presto i colori pastello di Portovenere per lasciare spazio ai colori caldi della vegetazione e dell’Isola del Tino.
Al termine della discesa ci troviamo dinnanzi alla Caletta e alla Cala Grande, una spettacolare insenatura a strapiombo sul mare, dimora di numerosi gabbiani.
Il sentiero raggiunge un nuovo bivio, è possibile proseguire dritti in direzione del Pozzale oppure svoltare a sinistra per raggiungere il Terrizzo.
Per la prima volta, decido di proseguire dritta, raggiungendo ben presto le cave di Portoro, oggi abbandonate, ma un tempo utilizzateper l’estrazione di un pregiato marmo nero a striature dorate detto appunto “portoro”.
E’ da questo punto che inizia la repentina discesa tra il bosco, fino a raggiungere il livello del mare e quindi il Pozzale.

E’ possibile ammirare davanti a voi la bellezza dell’ Isola del Tino.
Qui, rallento solo un pochino il passo e mi fermo di tanto in tanto per scattare qualche foto, ma decido di non fare pause e riprendere subito quota.

E’ da dopo il piccolo bar-ristorante, che il sentiero risale. La risalita si caratterizza per la presenza di gradoni di roccia o ricavati nel terreno di diverso dislivello. In un paio di punti sono presenti delle piccole corde per aiutarsi.
Tornati in quota il sentiero diventa subito pianeggiante e molto più agevole. Il più della fatica ormai è andato.
Alle nostre spalle sempre il Tino con il suo faro che svetta sulla sommità.
Proseguiamo sempre in direzione Terrizzo, dove ben presto vi troverete in un grande spiazzo dove si trovano i resti della Batteria degli Albini.

A questo punto potrete imboccare il sentiero sulla destra che vi porterà alle carceri oppure imboccare la strada carrabile asfalta sulla vostra sinistra che vi porterà proprio al punto di partenza.

Cliccando qui trovate il vecchio articolo sul Giro dell’Isola Palmaria compiuto però in senso ORARIO.