SENTIERO DELL’INFINITO: DA PORTOVENERE A CAMPIGLIA

Il sentiero dell’infinito collega Portovenere a Riomaggiore, in un percorso panoramico della durata di 14 km.

Noi ne abbiamo percorso un breve tratto, da Portovenere a Campiglia.

DA PORTOVENERE AL FORTE DEL MUZZERONE

Parcheggiata l’auto a Portovenere e mangiato un “toco de fugassa” da Paolo , la focacceria in caruggio, ci siamo diretti in Piazza per imboccare il nostro sentiero.

Siamo partiti da Piazza Bastreri a Portovenere e siamo saliti su per la scalinata che sale, fiancheggiando il Castello (sentiero AVG/AV5T) e superando la cava.

Abbiamo proseguito sullo stesso sentiero, cominciando a salire su un percorso che in un primo tratto sale ripido con alcuni punti dove il terreno risulta irregolare per poi diventare pianeggiante e all’ombra fino al bivio in prossimità del Rifugio Muzzerone.

A questo bivio abbiamo mantenuto la destra ed abbiamo raggiunto il “parcheggio”.

Qui, incuriositi da un secondo cartello che indicava il Forte del Muzzerone a 0,15 minuti.. siamo saliti percorrendo il sentiero numero 516 raggiungendo il Forte.

Non c’ero mai stata, mi ero sempre fermata al Muzzerone ed ero curiosa di vederlo; si tratta di una Zona Militare recintata con divieto di accesso.

La cosa più bella quassù è la vista sulla città e la vicina palestra di arrampicata.

DAL FORTE MUZZERONE A SELLA DERBI

Le indicazioni all’imbocco del sentiero 516 indicavano anche il collegamento con il sentiero AVG, ma in realtà giunti quassù si sono perse tutte le indicazioni.

Ho girato un pò intorno, ma non trovando alcun segnavia sono ritornata al parcheggio percorrendo lo stesso sentiero.

Dal parcheggio ho seguito le indicazioni per Sella Derbi (sentiero AV5T e AVG), tenendo la destra rispetto al parcheggio e cominciando a scendere oltrepassando la Cava di Marmo Portoro.

CAVETTA CENTRO PRODUZIONE SPECIALE

Il Portoro o Marmo di Portovenere è una pregiata varietà di marmo nero presente nella zona della Spezia.

Il colore nero intenso e brillante con venature dorate Geologicamente si tratta di un calcare di epoca liassica con venature carbonatiche a limonite formatosi in un ambiente marino calmo, profondo, poco ossigenato e ricco di sostanza organica.

Il colore nero si deve proprio alla ricchezza di sostanza organica mentre le striature dorate alla dolomitizzazione parziale della sostanza organica che si è ossidata.

Oltre al colore, anche la struttura microcristallina dovuta ai processi dinamometamorfici contribuisce alla qualità di questa varietà di marmo classificabile fra quelli compatti, cristallini saccaroidi.

Il portoro ha spessore di alcuni metri nell’Isola Palmaria, nell’Isola del Tino, sul Muzzerone e sul Monte Castellana.

Negli anni ’60 si evidenziavano 20 bacini estrattivi di Portoro, l’estrazione avveniva mediante l’ultilizzo di filo elicoidale ed esplosivi.

L’operazione di carico dei blocchi sui mezzi per il trasporto risultava impegnativa e particolarmente ardua perchè realizzata quasi totalmente a mano vista l’assenza di macchinari adeguati al sollevamento, non mancavano nemmeno le difficoltà per gli spostamenti considerando che le strade adiacenti risultavano strette ed impervie.

Proprio in quegli anni la Veneta Marmo Portoro di Modesti Mario iniziò la sua attività, precisamente nel 1966, occupandosi della coltivazione della “Cavetta”.

Originario di Verona, stregata dai luoghi e affascinato dalla bellezza del marmo Portoro, decise di intraprendere l’attività di estrazione con perseveranza ed ottimismo.

Nel 1987 la Camera di commercio di La Spezia gli assegna il “Premio La Spezia che lavora” quale riconoscimento per l’operato svolto malgrado le difficoltà oggettive riscontrate nel corso degli anni di duro lavoro.

Attualmente Venere Marmo Portoro SRL è la società che si occupa della coltivazione del marmo Portoro e Nicoletta modesti, assieme alla famiglia, porta avanti con orgoglio e tradizione l’attività tramandata dal padre.

La lavorazione, diversamente dagli anni passati, si svolge solo ed esclusivamente in galleria evitando la deturpazione dell’ambiente e ponendo sensibile attenzione all’aspetto estetico del luogo.

La riqualificazione ambientale delle zone adiacenti la cava è parte integrante del prosieguo dell’attività, a tal proposito è previsto un progetto per la valorizzazione dell’area in un’ottica turistico-culturale che consenta di dare risalto alla bellezza del territorio rendendolo piacevole meta d’escursioni e porre in evidenza l’importante memoria storica che attraverso documentazione, resti e reperti testimoniano l’evoluzione dell’attività estrattiva del marmo Portoro.

SUPERATA LA CAVA…

Superata la cava, 250 mt. sulla destra dalla strada carrozzabile si imbocca il sentiero AVG che scende seguendo in direzione Campiglia.

Questo sentiero scende per poi raggiungere quota 210 mt a Sella Derbi.

A Sella Derbi, circondati da casette colorate per uccellini e una simpatica roulotte verde (@seguilagitana), potrete rifocillarvi o farvi un aperitivo con vista.

DA SELLA DERBI A CAMPIGLIA

Dalla gitana siamo saliti imboccando il sentiero AV5T, segnalato come difficoltoso (livello EE). Questo tratto in alcuni punti è impegnativo, presenta diversi tratti con pavimentazione irregolare.

Attraversando una fitta macchia mediterranea sul versante Sud del Monte Castellana ed affacciandosi su panoramici terrazzini rocciosi, sale a Campiglia, alle cui porte ci si imbatte nella torretta di un piccolo mulino a vento.

Si tratta di una costruzione circolare in pietra caratterizzata da una scala esterna che avvolgendosi a semicerchio porta al piano superiore.

Ritenuta da alcuni un torrione di avvistamento, simile a quelli che la Repubblica di Genova aveva alzato sulle coste toscane e della Corsica, la costruzione è in realtà un edificio adibito ad accogliere le attrezzature (pale, macchinari) di un mulino a vento.

La scarsità di fiumi e torrenti di una certa portata ha spinto precocemente gli abitanti di questa zona della Liguria a trovare forze motrici alternative all’acqua.

Campiglia è un piccolo borgo medievale disposto a semicerchio e rappresenta il punto d’incrocio di numerosi sentieri.

Da Campiglia si può raggiungere il mare, con ripide e lunghe scalinate. Per arrivare alla spiaggetta di Punta del Persico bisogna scendere e poi risalire 2000 gradini.

Da altri sentieri e bivi si giunge anche a Monesteroli e Schiara.

LA VIA DEL RITORNO

Per il ritorno ho percorso il medesimo percorso dell’andata, godendo però di un meraviglioso panorama su Portovenere, sull’Isola Palmaria e sull’Isola del Tino.

Vista, che all’andata mi lasciavo alla spalle. Campiglia è un punto straordinariamente panoramico, da dove si ammirano in successione le ripide scogliere del Muzzerone, con la chiesa di Portovenere e l’isola Palmaria sullo sfondo.

Giunti al Muzzerone si scende accompagnati da una vista unica e indimenticabile su Portovenere, la Palmaria e le isole del Tino e del Tinetto: ideale chiusura del percorso dell’Alta Via del Golfo.

INFO UTILI

Tempo di Percorrenza:

Portovenere – Muzzerone: 30 min.

Muzzerone – Forte del Muzzerone: 10 min.

Muzzerone – Sella Derbi: 15 min.

Sella Derbi – Campiglia: 45 min.

Campiglia – Portovenere: 1 ora e 10 min.

Il tempo di percorrenza è soggettivo e approssimativo in quanto durante tutta la tratta del sentiero mi sono fermata più volte a scattare foto e registrare video.

Vi consiglio di indossare abbigliamento e calzature adeguate al percorso, qui trovate alcuni spunti e consigli.

Se volete indicazioni più dettagliate su questo sentiero potete leggere i seguenti articoli:

Sentiero SELLA DERBI – CAMPIGLIA

Sentiero MUZZERONE – PORTOVENERE

Abbiamo percorso un tratto del sentiero dell'infinito. Quello che va da Portovenere a Campiglia, passando per Sella Derbi.

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